il terroir e il sagrantino
La proprietà si estende per 130 ettari di superficie, con 40 a vigneto ed il resto a seminativo. È un susseguirsi di rilievi armoniosi, in simbiosi con il paesaggio tipico della Valle Umbra Sud, terroir dei cinque Comuni compresi dalle denominazioni Montefalco DOC e DOCG e Spoleto DOC: Gualdo Cattaneo, Giano dell’Umbria, Bevagna, Castel Ritaldi ed ovviamente Montefalco.
l’essenza
vigne & Bio
I vitigni più coltivati sono il Sagrantino e il Sangiovese, ma anche il Grechetto e il Trebbiano Spoletino. L’azienda è in transizione biologica dal 2023. I terreni sono franco-argillosi e lo spessore esplorato dalle radici varia dai 70 a 150 cm. Il clima è di tipo mediterraneo sub-continentale, con inverni abbastanza freddi ed estati calde, secche e ventilate.
il sagrantino
Rosso potente e iconico, il Sagrantino è un vitigno complesso, di grande struttura e dalla storia antica tutta da indagare. Se per alcuni è originario della regione e il nome si attribuisce a Federico Secondo, molti attribuiscono l’importazione delle barbatelle di Sagrantino ai frati francescani, che lo avrebbero introdotto in Italia dal Medio Oriente. Certo è che è presente in Umbria dal Medioevo, e per secoli è stato utilizzato, passito, come vino da messa.
Il Sagrantino secco
ed il Sagrantino passito,
entrambi in purezza,
ottengono la DOCG nel 1992.
La Cantina Scacciadiavoli è stata la prima (1921 e 1924), a vinificarlo secco.
Ed è stata sempre la prima, nel 2005, a spumantizzarlo con il metodo tradizionale.
Il Trebbiano Spoletino
Il Trebbiano Spoletino, varietà a maturazione tardiva è resistente al gelo e soprattutto alla peronospora; è stato menzionato per la prima volta in Umbria nel 1878. A rischio di estinzione è stata recuperata intorno agli anni 2000. Che il vitigno Trebbiano Spoletino sia di elevato interesse enologico è ormai un fatto certo. È un vitigno antico, riscoperto soprattutto recentemente. Si può coltivare nel territorio di Spoleto e di Montefalco.